FAQ

le risposte alle domande più frequenti sul DCC.
 
 
Cosa significa DCC?
Digital Command Control ovvero sistema a controllo numerico in gergo Digitale.
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A cosa serve?
A differenza di quanto spesso si sente dire in giro, il DCC NON SERVE per gestire il plastico in modalità automatica. Il controllo digitale permette di comandare manualmente moltissime locomotive contemporaneamente senza la necessità di fare sezionamenti sulle rotaie.
In sostanza con soli due fili il DCC permette di comandare in modo indipendente un grande numero (circa un migliaio) di locomotive o accessori.

Per maggiori informazioni su quello che il DCC può fare leggi l'articolo "Perchè passare al DCC".

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Come funziona?
Sui binari è sempre presente un alimentazione in corrente alternata fornito dalla centrale digitale. Essa invia, oltre alla tensione di 15V CA, degli "impulsi digitali" che vengono ricevuti da tutte le locomotive munite di decoder.
Questi ultimi sono in grado di interpretare questi segnali ed agire di conseguenza. Se viene inviato un segnale ad una sola delle locomotive, essa lo riceve e riconosce che è indirizzato a sè stessa e quindi agisce di conseguenza.
Facciamo un esempio: se volete che la locomotiva n° 16 si metta in movimento a velocità bassa, sarà sufficiente selezionare il numero sulla centrale digitale (le modalità di selezione dipendono dal modello e dalla marca) e girare la manopola della velocità, come avviene per i trasformatori tradizionali.
La centrale digitale a questo punto invia all'intero tracciato degli impulsi che conterranno informazioni in codice binario, qualcosa come: "informazione per la locomotiva n° 24 - avanti piano". tutte le locomotive sul tracciato ricevono questa informaziona ma SOLO la n° 24 eseguirà questo comando; tutte le altre lo ignoreranno. È quindi facile intuire come sia semplice comandare più locomotive in modo indipendente.

Sulle 2 rotaie il segnale è sempre in opposizione di fase in modo da avere una tensione di circa 15V. Ogni volta che la centralina deve comunicare con ogni decoder varia in modo opportuno la forma e la frequenza del segnale. Per una descrizione più dettagliata leggi l'articolo di Alex Tardioli.

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Che vantaggi posso avere scegliendo il DCC?
I vantaggi sono innumerevoli: la prima cosa che salta all'occhio in un impianto digitale è la possibilità di tenere le luci accese a treno fermo (sia l'illuminazione delle carrozze che i fari delle locomotive, ma questo è solo un aspetto marginale; il DCC riduce la complessità ed il numero dei cablaggi in un impianto, migliora la marcia dei rotabili, permette trazioni multiple (doppie, triple, ecc) e trazioni fra locomotive diverse (es: una locomotiva da manovra che ne sposta altre 2 in deposito), permette di comandare fischi, ganci, illuminazione di ogni singolo rotabile, inerzia di accelerazione e decelerazione di ogni singola locomotiva, velocità costante indipendentemente dalla pendenza del tracciato, ecc...
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Per utilizzare il digitale sul proprio plastico è necessario conoscere l'elettronica?
Assolutamente NO! Chi guida un automobile, non ha la necessità di essere meccanico. Nel modellismo ferroviario, per impianti che non prevedano automatismi, è sufficiente avere nozioni base di eletricità; chiunque costruisca un plastico è in grado di collegare due fili tra loro :)
il DCC semplifica l'impianto elettrico, poichè non richiede alcun sezionamento ma solo due fili che partono dalla centralina e forniscono la tensione e il segnale digitale a tutto il tracciato.
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Quali sono i componenti fondamentali per un sistema digitale?
I componenti fondamentali sono: la centralina, almeno un booster, un decoder per ogni locomotiva ed infine i decoder per accessori fissi.
È bene ricordare che in un plastico digitale possono essere installati scambi manuali o comandati elettricamente con il sistema tradizionale (pulsanti, quadro sinottico, ...).
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Cos'è la centrale digitale e a che serve?
La centralina è quel componente fondamentale che genera il segnale logico digitale e lo invia al tracciato. Sulla centralina si possono trovare i vari comandi per pilotare gli accessori e le locomotive.
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A cosa serve il booster?
Il booster preleva il segnale logico generato dalla centrale e lo amplifica dandogli le necessarie grandezze per poter comandare le loco. È quindi questo il dispositivo che va collegato ai binari.
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Cosa sono i decoder delle locomotive?
I decoder delle loco sono il componente più importante. Infatti hanno il compito di decodificare il segnale DCC presente sui binari e di pilotare il motore della loco più le eventuali funzioni aggiuntive (luci, fischi, fumo, etc...).
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A cosa servono i decoder per accessori?
I decoder per accessori hanno il compito di comandare tutti gli accessori, scambi, semafori, ecc... del plastico.
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È vero che in un impianto digitale non servono i sezionamenti?
Sì, ma questa non è la risposta definitiva. Se si ha un piccolo impianto privo di automatismi (senza blocco automatico, per intenderci) e la potenza di un singolo booster è sufficiente ad alimentare tutti i nostri rotabili, non è necessario alcun sezionamento.
Se invece la potenza del booster non è sufficiente per tutte le loco (quindi ne occorre un altro) o se abbiamo intenzione di mettere un blocco automatico DCC, è necessario qualche sezionamento.
A parità di tipo di esercizio (manuale, automatico, ...) il numero di sezionamenti da fare è minore rispetto a quello che occorrerebbe nello stesso impianto se alimentato a corrente continua.
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Come si usa un impianto digitale?
Una volta che il tutto è montato, potremo comandare tutte le locomotive, scambi, semafori che vogliamo in modo manuale tramite la centrale digitale, senza doverci più preoccupare di gestire i sezionamenti. Non rischieremo infatti cortocircuiti o schianti per errate manovre di sezionamento.
Inoltre, grazie alla semplicità d'uso della maggior parte delle centrali digitali, un plastico in DCC può essere usato senza problemi anche da un bambino.
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Si possono montare i decoder su tutte le loco?
In teoria tutte le loco sono digitalizzabili. L'unico vero problema è trovare lo spazio per alloggiare il decoder.
Le loco di recente produzione sono tutte fornite di presa a norma NEM per l'installazione del decoder. È infatti sufficiente togliere la cassa della loco ed infilare il decoder fornito di apposita spina nella presa sul telaio. Nei modelli più vecchi può essere necessario qualche modifica sul circuito interno (è importante rimuovere tutti i componenti elettronici già presenti), in questo caso l'unica difficoltà può essere quella di isolare i contatti del motore dalla massa della locomotiva.
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E per la scala N?
Sono in commercio decoder di dimensioni ridotte, adatti all'installazione nelle locomotive in scala N e Z.
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Ma tutto questo quanto costa?
I sistemi digitali in commercio sono disponibili in fascie di prezzo che variano da poco più di €100 a qualche migliaio di euro.
Naturalmente quello che cambia sono le funzionalità che ogni sistema mette a disposizione. Si parte da sistemi entry-level come il Lokmaus2 di Roco che, pur essendo un sistema molto semplice e con diverse limitazioni nella parte di programmazione, ha un costo molto basso: in Germania è possibile acquistare uno starter-set che comprende il sistema digitale completo di alimentatore e controllo palmare, una locomotiva munita di decoder, 2 carri merci e un ovale di binari RocoLine a circa €110.

Per chi ha esigenze più specifiche o volesse fare un acquisto più lungimirante, il Compact di Lenz è un'ottima scelta: con circa 100€ si ha un sistema digitale di fascia media, al quale però andrà aggiunto un alimentatore per la centrale (non compreso nella confezione) e uno o più decoder per le locomotive. Le possibilità di espansione dei sistemi Lenz è decisamente superiore rispetto a quella del sistema Lokmaus2 di Roco. I moduli aggiuntivi potranno essere quindi acquistati in seguito, a seconda delle esigenze e dell'esperienza che si acquisce con l'uso.
Di fascia di poco superiore sono i sistemi Lenz Set-90 e Set-100: anche essi possono essere espansi successivamente e permettono fin da subito di programmare e regolare le impostazioni dei decoder per locomotiva.

Chi invece volesse da subito un sistema di fascia alta con numerose possibilità di espansioni future, può optare per una Intellibox (prodotta da Uhlenbrock e da Modeltreno) al prezzo di circa €380. Questo sistema permette fin da subito di sfruttare a pieno tutte le possibilità di programmazione e di regolazione dei parametri dei decoder per locomotive, permettendo di personalizzare il comportamento di ogni singola locomotiva.

Diffusi soprattuto negli USA, i prodotti Digitrax hanno qualità e funzionalità pari (se non superiori) ai sistemi prodotti da Uhlenbrock. Il vantaggio sta nel prezzo: se acquistati direttamente negli USA, permettono di risparmiare diverse decine di euro.

Il top rimane forse il sistema Zimo, dal costo elevato (circa €1000) e dalle innumerevoli potenzialità. Questo sistema, tra le altre cose, permette di gestire un plastico in modalità automatica senza l'ausilio di un Personal Computer.

Esiste un'ulteriore soluzione! Se si hanno le capacità sufficienti (o si dispone di un amico che le ha) ci si può costruire il tutto usando uno dei tanti progetti disponibili in rete (presenti nel sito). Con una spesa dell'ordine dei €100 ci si può costruire una centrale comprensiva di booster di qualità paragonabile a quella di molti sistemi commerciali.

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Ma i decoder per locomotive non costano troppo?
Il prezzo dei decoder varia in funzione di alcuni fattori. Un consiglio è quello di provare ad acquistare i decoder via internet, magari in Germania, dove i prezzi sono più bassi di quelli italiani.
Questo vale per molti decoder, ma non per tutti. Ad esempio l'importatore italiano di Zimo vende i propri decoder allo stesso prezzo di quelli venduti in Germania. Ci sono comunque decoder per tutte le tasche: alcuni hanno caratteristiche e funzioni tali da ridurre il costo di produzione e di conseguenza il prezzo finale.
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Cosa è il controllo di carico e a cosa serve?
Il controllo di carico, o meglio il controllo per la compensazione del carico (conosciuto anche come BACK EMF), serve a mantenere costante la velocità della locomotiva al variare della pendenza del tracciato e dello sforzo compiuto dal motore.
Questa funzione migliora la marcia di rotabili con una meccanica non perfetta, evitando il tipico andamento a scatti. Questo consente quindi di mantenere velocità minime molto basse. Non è una funzione indispensabile, ma è utile quando si utilizzano le locomotive su tracciato con molte curve e pendenze.
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Cosa sono gli "step" di una locomotiva?
Immaginiamo un segmento sul quale indichiamo la velocità 0 ad un estremo, e la velocità massima all'altro; possiamo dividere questo segmento in 14 o 28 o 128 segmenti non obbligatoriamente in modo uniforme. Ogni sotto-segmento rappresenta la variazione di velocità che avrà la locomotiva.
Questo vuol dire che ogni volta che passeremo ad esempio dallo step 10 allo step 11 con il nostro throttle, il rotabile varierà la sua velocità di un valore pari alla nostra impostazione (il sotto-segmento).
Ecco un esempio grafico, il segmento è diviso in 14 parti (ciò vuol dire che abbiamo scelto la modalità 14 step):



Per ogni step possiamo cambiare la velocità assegnata programmando opportunamente il decoder (leggi questo articolo per sapere come fare).
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Che vuol dire standard NMRA-DCC?
Lo standard (o protocollo) NMRA-DCC è una norma (emanata dall'NMRA) che garantisce la compatibilità dei vari sistemi digitali di produttori diversi. Questo permette di avere centrali digitali di un produttore, ma utilizzare decoder di altri produttori.
Come accade ad esempio con i telefonini, possiamo comprarne uno di qualsiasi marca, ma la cosa importante affinchè funzioni in Italia è che adotti lo standard GSM. Esistono altri standard oltre all'NMRA. Lo standard Motorola adottato da Märklin e lo standard Zimo prodotti e adottato solo da Zimo.
IMPORTANTE! Alcuni sistemi digitali offrono la compatibilità per diversi standard. Ad esempio i decoder Arnold oltre allo standard NMRA supportano anche quello Motorola. Così come la Intellibox permette di controllare sia plastici gestici in NMRA-DCC, che in protocollo Motorola.
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Cosa è un protocollo?
Il protocollo è il linguaggio che la centralina utilizza per dialogare con i decoder. Esistono diversi protocolli differenti fra loro.
A grandi linee si può paragonare la differenza di protocolli alle differenze di lingua parlata. Poi in particolare ci sono differenze tecniche che permettono di avere a disposizione o meno certe funzioni.
Il protocollo Märklin (su sistemi Märklin) prevede massimo 80 indirizzi locomotive ed i vari parametri delle loco devono essere impostati meccanicamente (tramite interruttori e/o potenziometri). Il DCC NMRA (il più usato in assoluto) invece prevede un massimo di 10239 indirizzi loco e la regolazione dei parametri loco viene effettuata via software, tramite la centrale digitale senza intervenire fisicamente sui decoder.
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Una loco digitale può funzionare su un impianto analogico?
Si, il decoder รจ in grado di riconoscere automaticamente il tipo di alimentazione e, nel caso della tradizionale alimentazione DC, fornisce al motore la corrente proveniente dalle rotaie in modo trasparente.
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Una loco analogica può funzionare su un impianto digitale?
NO! Anche se alcuni sistemi digitali supportano l'utilizzo di una loco analogica soltanto, insieme alle loco digitali. È comunque sconsigliabile usare una locomotiva analogica su impianti digitali che lo permettono, in quanto la tipologia di alimentazione potrebbe danneggiare in modo irreparabile il motore del rotabile, soprattutto se si tratta di motori piccoli (es. locomotive da manovra in scala H0 e praticamente tutte le locomotive in scala N e Z).
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Un decoder per loco può funzionare come decoder funzioni non collegando il motore?
SI! Le uscite funzioni funzioneranno tranquillamnte, solo le CV molto probabilmente (dipende dalla tipologia di decoder e da cosa c'è attaccato all'uscite funzioni) non saranno leggebili. Qualche centrale digitale potrebbe segnalare degli errori in fase di programmazione che in questo contesto vanno ignorati.
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Si può programmare un decoder a cui non c'è collegato il motore e/o le luci alle uscite funzioni?
SI! Le centrali in grado di leggere le CV segnaleranno un errore che in questo caso va ignorato.
Quando si scrive una CV il protocollo DCC prevede che il decoder debba provvedere alla segnalazione della correta programmazione mediante l'attivazione del motore e/o delle uscite funzioni per qualche secondo. Se la centrale digitale non vede l'assobimento generato dal decoder allora sergnalerà la cosa. Se ovviamente non c'è il motore collegato il decoder non potrà fornire questa segnalazione.
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Che cos'è la POM (programmazione in corsa)?
Acronimo dall'inglese Program On Main, tradotto, programmazione in corsa. E' un metodo di programmazione delle CV di una locomotiva mentre questa si trova sul plastico con tutte le altre senza la necessità del binario di programmazione separato. Questo metodo permette solo la scrittura delle CV mentre per la lettura è necessario l'uso di dispositivi bidirezionali Railcom.
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